QUASAR
SINOSSI
Fuori piove. Un uomo si trova costretto a rifugiarsi in un posto sconosciuto e all’apparenza abbandonato. Sarà proprio quel luogo che gli riserverà delle scoperte a volte comiche e piacevoli, a volte profonde e toccanti ma sempre sorprendenti, tanto da fargli dimenticare il desiderio di voler andar via e sentire forte, invece, la voglia di rimanere fino alla fine per scoprire cosa lo attende.
“Quasar” parla di tutti e di nessuno. E’ un viaggio attraverso mille luoghi racchiusi in un unico invisibile spazio. E’ corsa e immobilità, tempesta e cielo stellato. Tra le ferite, la rabbia e i pianti si erge un muro tra cervello e cuore, un muro invisibile ma molto solido. Ci si abitua ad averlo e si continua a sopravvivere. Forse la vita, ogni tanto, ti da una possibilità, una sola, per guardarti dentro e vederti per come sei. A quel punto che farai?
NOTE DI REGIA
Quasar rappresenta per noi un esperimento, una ricerca sulla capacità comunicativa del corpo e dei silenzi che estendono all’ennesima potenza l’eco di qualsiasi messaggio. La presenza di un solo attore “illumina” paradossalmente tutto ciò che lo circonda. Gli oggetti di scena quasi prendono vita attraverso il rapporto che il protagonista instaura con essi. L’utilizzo del linguaggio del clown teatrale dona allo spettacolo una comicità ed una leggerezza che restituiscono al pubblico la tematica trattata in maniera semplice e poetica. Questa modalità di comunicazione è resa ancor più incisiva dall’utilizzo di video, registrazioni audio e giochi di luce che contribuiscono ad amplificare il percorso comico ed emotivo del protagonista.
Con questo lavoro si vorrebbe lasciare un seme nello spettatore, mostrargli la stanza del nostro io in tutta la sua oscurità per cercare insieme una via di fuga, un’uscita, una catarsi che passa attraverso la coscienza della propria identità rispetto alle tragedie e ingiustizie del mondo che ci circonda.
Tornare bambini non è lo stesso che essere infantili, vedere il mondo con stupore può solo aiutarci a vivere e a smettere di sopravvivere.
TEMATICHE
Ognuno di noi nei percorsi di vita e nei contesti che affronta quotidianamente si vede quasi costretto ad indossare un’ampia gamma di maschere che nel corso della vita vanno man mano modellandosi, conducendoci sempre di più all’estraneazione da noi stessi. Gli automatismi che ne derivano ci appaiono verità assolute, realtà inconfutabili che ci allontanano dal nostro vero io. Tolte le maschere e gli infiniti strati di realtà apparente che rappresentano, riusciremmo finalmente a scoprire la nostra essenza e, servendoci di essa, ad affrontare ciò che ci circonda. Solo così ci sentiremmo come un bambino che affronta con la propria pancia e la propria testa un mondo nuovo, vero.
L’atto di privarci della maschera che si indossa corrisponde alla scoperta di ciò che ci appartiene da sempre. Una nuova introduzione alla vita che ci porterebbe ad affrontare finalmente il rapporto con ogni situazione o contesto vissuto “nella vita precedente”. In questo consiste il gioco: mettersi a nudo confrontandoci con ogni esperienza senza l’aiuto di un’immagine artefatta di noi stessi. Rivivere ogni disagio o viverne di nuovi scoprendo realmente la vera natura di essi, analizzandone i perché fino a giungere alla comprensione della loro essenza.
E’ questa l’analisi più vera e concreta, utile per capire qual è il vero contenuto esperienziale che ognuno di noi porta con sé nel proprio bagaglio di vita.